Acli, 51mila famiglie sotto la soglia di povertà, le donne più a rischio. Roccella: “Oggi la famiglia sta scomparendo”

Le famiglie monoreddito con carichi familiari, con donne come dichiaranti principali, di età attorno ai trent’anni, straniere e residenti in meridione sono quelle più esposte al rischio di entrare in soglia di povertà. Lo dice la ricerca ‘Fare i conti con le crisi: famiglie a rischio socio-economico in Italia’ presentata il 16 maggio e realizzata dall’Osservatorio nazionale dei diritti e delle famiglie con Caf Acli e Iref.

I dati dell’indagine

L’indagine è stata effettuata su un campione di 668.107 nuclei familiari, che hanno presentato la dichiarazione dei redditi in forma anonima presso il Caf Acli tra il 2020 e il 2022, “dati fiscali oggettivi” come sottolinea il presidente dei centri di assistenza fiscale, Stefano Parisi, per comprendere la situazione delle famiglie seguite. Il dato medio per il 2021 indica un reddito medio sopra i 32 mila euro per le famiglie bireddito senza carichi contro i 13.500 circa dei nuclei monoreddito con carichi.

Le donne hanno quattro probabilità di scendere sotto la soglia di povertà, tre in più degli uomini, e i giovani fino a 29 anni rappresentano la fascia più rischio con 3,5 probabilità contro una degli over-60. Una differenza non solo di genere e di età anagrafica ma anche geografica con gli abitanti del Nord più sicuri (1) rispetto all’area meridionale (2,8). Sulle famiglie povere hanno maggior incidenza le spese sanitarie, scolastiche, universitarie e per il pagamento degli interessi de mutuo sulla casa.

51 mila famiglie sotto la soglia di povertà

Delle famiglie che si sono rivolte al Caf Acli nel 2019 l’8,8% vive sotto la soglia di povertà un dato più alto rispetto a quelli dei due anni successivi, il 7,1% per il 2020 e il 7,6% nel 2021. Nello stesso lasso di tempo 13 mila famiglie sono entrate in povertà mentre 21 mila ne sono uscite, portando il totale dei nuclei familiari sotto la soglia quasi a 51 mila unità.

L’allarme

“Oggi la famiglia sta scomparendo – ha affermato la ministra per la famiglia, Eugenia Roccella – In Italia vive il 30% di famiglie monoparentali”. Prosegue rivendicando il miliardo e mezzo stanziato sulle famiglie e il contrasto alle povertà infantile ma aggiunge che “altro si può fare e lo faremo”. Per la ministra è centrale il tema della maternità e chiama tutti a collaborare per “disegnare un ambiente di lavoro che permetta alle donne di essere madri e alle famiglie di rimanere unite”.

Per Antonio Russo, vicepresidente nazionale Acli e portavoce dell’Alleanza contro la povertà, la situazione per le famiglie sta peggiorando: “La linea di confine tra povertà relativa e povertà assoluta si sta assottigliando. Dieci anni fa i poveri assoluti erano 2 milioni, ora solo 6 milioni”. Tra le politiche avviate dal governo attuale, preoccupano in particolar modo “la riforma del reddito di cittadinanza e il regionalismo differenziato”. L’invito del presidente Acli, Emiliano Manfredonia, è a dedicarsi a una riforma fiscale “attenta alle famiglie” e a concentrarsi su lavoro e welfare per garantire ai giovani il diritto “ad avere una piattaforma stabile su cui progettare un futuro e a riscoprire il gusto di crearsi una famiglia”.

 

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