
L’esplosione di Ravanusa, conclusa l’inchiesta: “Saltò una saldatura, rete fatta male”. Sotto accusa due tecnici, chiesta l’archiviazione per Italgas
Nel 1988, la rete del gas venne realizzata nel peggiore dei modi dalla “Siciliana Gas”, a Ravanusa. In via Trilussa fu sistemato un raccordo a “esse” costruito con vari tronchetti saldati fra di loro. Una di quelle saldature ha ceduto, facendo uscire il gas. Ecco perché sono morte nove persone nella drammatica esplosione avvenuta l’11 dicembre 2021. La procura di Agrigento diretta da Salvo Vella ha concluso la complessa inchiesta compiuta da un pool di esperti coordinato dal professore Antonio Barcellona, dai carabinieri e dai vigili del fuoco e ha notificato un provvedimento di chiusura dell’indagine a due persone: si tratta di B.C., 88 anni, e C.G., 76, il primo responsabile tecnico della “Amica srl”, l’impresa incaricata dalla Siciliana Gas spa dell’esecuzione materiale dei lavori di messa in posa della tubazione a Ravanusa. Il secondo era il direttore tecnico della Siciliana Gas, firmò il collaudo tecnico amministrativo.
Adesso, sono accusati “in cooperazione colposa tra loro, dei delitti di disastro colposo e omicidio colposo plurimo”. La procura ha invece chiesto l’archiviazione per dieci fra rappresentanti, responsbaili e tecnici della nuova società che nel 2008 ha preso in gestione la rete, la Italgas: si tratta di Pier Lorenzo Dell’Orco (l’Ad di Italgas Reti, la principale società operativa del Gruppo), Angelo Facchini, Luca sabato, Valeria Vignolo, Sandro Lacidogna, Agostino Massimo Limonta, Arturo Iasso, Ivan Fontana, Giuseppe Campo e Carmelo Di Stefano.
Ravanusa, un anno fa la strage. Conclusa l’inchiesta: “Saltò una saldatura, rete fatta male”
11 Dicembre 2022
La posizione di Italgas
“Dal complesso degli elementi probatori acquisiti e dalle risultanze degli accertamenti tecnici compiuti – scrive la procura di Agrigento in un comunicato – non sono emersi elementi sulla base dei quali sostenere, con ragionevole certezza, una qualche responsabilità penale, anche a solo titolo di colpa, in capo ai responsabili, dirigenti o ai tecnici della Italgas spa. È stato accertato che, al momento dell’incorporazione – proseguono i magistrati – l’Italgas era regolarmente entrata in possesso della documentazione di collaudo della rete.
non vi sono elementi dai quali ricavare che gli uomini o le strutture della Italgas potessero ad alcun titolo essere al corrente del fatto che il raccordo ad “S” di via Trilussa a Ravanusa presentasse i descritti problemi tecnici relativi alla posa ed esecuzione e che necessitasse, quindi, di particolari verifiche o accertamenti”. Per la procura, inoltre, “è stato accertato come le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuate negli ultimi tre anni dalla società Italgas corrispondono a quanto previsto dalla normativa vigente”.
Le denunce dei cittadini
Si poteva allora evitare quel disastro? I carabinieri del nucleo Investigativo di Agrigento hanno accertato che diversi abitanti di Ravanusa avevano segnalato fughe di gas: “Ma in nessuna occasione – scrivono i magistrati – sono emerse criticità simili a quella che ha dato origine all’evento disastroso, e in ogni caso si è sempre trattato di interventi effettuati in zone diverse da quella in cui si è verificata la rottura della tubazione. È stato accertato, inoltre, come l’unico intervento effettuato sul tratto di strada interessato riguardasse lavori relativi alla rete elettrica e non alla rete gas”.
I tecnici sotto accusa
Dunque, il processo riguarderà due anziani rappresentanti di Siciliana Gas e della ditta in subappalto. “Ma non è stato possibile procedere all’individuazione dei soggetti che abbiano materialmente fatto la saldatura”, scrive anche questo la procura. Così come “non è stato possibile individuare direttori tecnici di cantiere o comunque figure che abbiano impartito direttive operative in relazione allo specifico sito di via Trilussa”. Un’altra beffa per la giustizia.